Propriocezione plantare e postura funzionale, non staremo esagerando?
Si sa, in questo mondo è sempre una corsa a chi si inventa il termine più strano e accattivante
Ogni giorno escono nuove tendenze e nuove mode, e sembra che mettendo in fondo il termine “funzionale” o paroloni come “propriocezione”, tutto appaia più figo
Come sai a me piace lasciare le mode ad altre persone, e concentrarmi su quello che funziona. Ti ho già parlato qualche settimana fa della mia definizione dell’allenamento funzionale, e di come interpreto io il movimento umano.
Oggi vorrei fare un passo in più proprio in questa direzione, scendere in profondità e parlare di un aspetto che definire sottovalutato è fare un complimento: sto parlando del piede.
Così, a bruciapelo; se ti chiedo di pensare ai tuoi piedi qual è la prima emozione che provi?
Scommetto che hai provato vergogna, non è così? Beh, sei in buona compagnia.
In una società che ci ha inculcato culturalmente la vergogna per i piedi facendoli tenere coperti per praticamente tutta la vita, se ci pensi è più che legittimo che tu provi questa emozione
Secondo me è ancora più lampante e allarmante tutto questo quando vai a comprare un paio di scarpe
Facci caso, appena tolgono le proprie per provare le nuove, le persone tendono a nascondere i piedi
D’altronde i piedi puzzano, sono qualcosa di sporco, inappropriato, “tieni giù i piedi dalla sedia!” Mi sembra di sentire ancora i miei che me lo dicono..
Vedi, il problema è che si tratta semplicemente di un gigantesco circolo vizioso completamente sbagliato
Da bambini costringono i nostri piedi dentro calze e scarpe, il piede suda e quindi puzza. E quindi te ne vergogni e non togli le scarpe
E così all’infinito, tanto da aver trasformato il piede in uno strumento in mano alla pornografia: una parte del corpo nascosta, come il seno o, appunto, i piedi, genera scompiglio quando mostrata
Pensa solo alla prima volta che hai mostrato i tuoi piedi al tuo partner o alla tua partner, o che tu hai visto i suoi..scommetto che ricordi molto bene quel momento

Detto questo, il problema non è solo culturale. Non si tratta solo di una questione di accettazione di sé. Scommetto che se hai fatto scienze motorie all’università, per quanto ti abbiano preparato in modo egregio a lavorare con il movimento umano, nessuno ti abbia spiegato nello specifico l’importanza capitale che il piede ha nella funzionalità di tutto il corpo.
Non a caso, la riflessologia plantare si basa appunto sulla stimolazione della pianta del piede, e parte dall’assunto che ogni parte del corpo sia correlata ad una zona del piede.
Senza entrare nella medicina alternativa, ti basta vedere cosa succede se provi a far togliere le scarpe ai tuoi clienti in palestra. A partire dal disagio molto evidente dipinto nei loro occhi, cambia completamente il loro modo di muoversi e la loro postura. D’un tratto, si ritrovano incapaci di muoversi, quasi come un bambino che muove i primi passi.
Eppure, sono noti in letteratura i vantaggi del piede nudo su tutta la funzionalità, a partire dal risolvere problematiche di schiena dovute allo scorretto appoggio del tallone nella rullata del piede durante la deambulazione.
A Rimini abbiamo avuto l’onore di avere sul palco Sergio Rossato, Manager di Vibram, la nota azienda che produce le iconiche scarpe Five Fingers. Quelle con le dita, per intenderci.
Nel suo meraviglioso intervento Seso ha parlato di “disevoluzione” dell’uomo della nostra epoca.
“Disevoluzione” non significa involuzione, ma il fatto che il corso del darwinismo abbia preso una deviazione rispetto a quanto progettato per noi da Madre Natura. Pensa solo a quante ore passi seduto/a: come dimostrano molti studi l’uomo +è “born to run”, nato per correre e per muoversi. Non è un caso che il movimento sia la primissima funzione attraverso cui l’uomo, o per meglio dire il bambino, interagisce col mondo, lo conosce e sviluppa la sua intelligenza.

Tonnellate di studi dimostrano quanto l’intelligenza e lo sviluppo cognitivo vadano a braccetto con lo sviluppo motorio del bambino
Pensa agli schemi motori di base: sono i movimenti che si apprendono da bambini, poco dopo la nascita. Quanti di loro pratichi ancora? Sto parlando di correre, gattonare, rotolare, lanciare, afferrare..
Quanti movimenti di questi fai fare ai tuoi clienti?
Secondo te come li prenderebbero? Si sentirebbero a disagio?
E ora dimmi, che cosa significa “allenamento funzionale” se non comprende una grossa fetta di schemi motori di base? Come puoi pretendere di allenare la funzionalità umana se prima non fai un grosso lavoro di riconquista del sé corporeo?
E la riscoperta del sé passa inevitabilmente dalla rifamiliarizzazione e dal corretto utilizzo del piede. D’altronde è uno degli unici punti di contatto che abbiamo con il mondo circostante. Chiaramente nè io ne Seso ti stiamo invitando ad andare in giro scalzo/a come fanno gli esponenti del movimento barefoot, o come ha fatto Abebe Bikila quando ha vinto la maratona di Roma correndo scalzo sui sampietrini. E non vorremmo nemmeno che costringessi i tuoi clienti a farlo. Niente di tutto questo.
Ti invitiamo solo a riprendere consapevolezza dei tuoi piedi, e a portare i tuoi clienti a compiere lo stesso percorso.
Vibram propone un programma in tre fasi pensato apposta per questo obiettivo. Si tratta ovviamente di qualcosa di molto graduale, non si può passare di punto in bianco da trenta, quaranta o cinquant’anni di scarpe al muoversi a piedi nudi. Si va per gradi. È per questo che Vibram si è inventata le sue iconiche Five fingers!
Queste meravigliose calzature sono l’anello mancante tra il barefoot, il piede nudo, e la classica scarpa. Presentano tutti i vantaggi per il piede e per la sua mobilità e propriocezione, andando ad ovviare agli inconvenienti che si potrebbero presentare camminando scalzi. Grazie a esse puoi mettere in atto ancora meglio questo programma, che consiste in:
- La prima fase consiste nel rifamiliarizzare con i propri piedi e vincere quella vergogna di cui parlavamo a inizio articolo. Anche banalmente scoprire che tipologia di piede hai, se romano egizio o greco, qual è la tipologia di arco plantare che hai. Osservare il piede in tutte le sue sfaccettature
- La seconda nel riprendere consapevolezza di quanto succeda fuori da noi, riprendere confidenza con le informazioni che i nostri piedi ci inviano camminando su superfici diverse, temperature diverse.
- La terza è un vero e proprio allenamento: consiste in una serie di esercizi per imparare ad utilizzare i piedi.
Il nostro consiglio è quello di provare, e vedere dopo un mese che cosa succede. Prova prima tu, e poi sono sicuro che non potrai fare a meno di diffondere il Verbo anche ai tuoi clienti.
Sicuramente qualcosa cambierà nel tuo corpo, ma anche a livello macroscopico. Migliora il sonno, la postura, l’umore, il ciclo mestruale.
Un suggerimento che dà Seso è proprio quello di iniziare a casa, per gradi, togliendo le scarpe. Dopo un mese consiglia di passare ad una situazione dinamica sempre in casa, ovvero camminare in casa sempre a piedi scalzi (o con le Fivefingers 😉 ), dopo di che solo in ultimo passare a questa pratica anche fuori dall’ambiente domestico, ma sempre con intervalli di tempo crescenti e graduali.
Insomma, un intervento che ci apre un mondo e un’azienda con cui condividiamo i valori, ma soprattutto il grandissimo lavoro di culturalizzazione che stanno portando nel nostro settore e nel mondo del benessere in generale.
Ti consiglio di provare questi suggerimenti che ti regala Seso: sono curioso di scoprire nei commenti com’è andata!!
A presto
PS. ci teniamo sia io che Seso a dirti che lo scopo di Vibram è veramente quello di culturalizzare. Un’azienda che vende suole a 1500 altri marchi in giro per il mondo non ha bisogno che tu compri le loro scarpe, lo fa solo per portare davvero le persone a riconquistare il proprio corpo.
Tant’è che è nato un programma di formazione completamente gratuito, chiamato Vibram Fivefingers certified coach, che ti consente di studiare e formarti riguardo questo interessantissimo e vastissimo argomento e portare la rivoluzione nelle palestre.
Il loro scopo non è vendere scarpe o guadagnare dalla formazione, ma formare personale qualificato che possa permettere alle persone di combattere la “disevoluzione” a cui i tempi moderni ci stanno costringendo.