La ginnastica funzionale: La guida completa
Sei un istruttore, un personal trainer, un aspirante tale?
E allora siediti comodo/a, perché questo sarà uno di quegli articoli che diventeranno una pietra miliare nella tua formazione
Non ho paura di risultare presuntuoso, e ti dirò di più: lascio giudicare a te. A fine articolo scrivimi nei commenti se ho avuto ragione oppure no.
Sai perché ti dico questo? Perché purtroppo, e lo dico con molta amarezza, nel nostro settore vige una confusione che ha pochi precedenti. Quando si parla di allenamento, ognuno ha le sue teorie, ma se andiamo nell’ambito del funzionale allora diventa un vero e proprio Far West.
Se ti dovessi chiedere, così su due piedi, che cos’è il funzionale, cosa mi risponderesti? O meglio, se dovessi chiederti che cos’hai capito del funzionale? Ovvero che cos’è… ma senza ripetere la definizione di wikipedia, che cosa mi diresti? Bene.
La buona notizia è che non è colpa tua, e se anche hai fatto diverse formazioni (e sono sicuro che tu le abbia fatte), il problema è che i docenti spesso hanno la tua stessa confusione se non di più. O se volessimo guardare la cosa con un occhio più malizioso, ti direi che hanno tutta la convenienza a mantenere questa confusione, per poterti vendere il loro specifico punto di vista.
Ma per oggi voglio pensare bene, e facciamo finta che questa confusione sia genuina. La cosa ha perfettamente senso, e poggia le sue radici nella storia dell’allenamento funzionale. Già nell’antica Grecia, Ippocrate (padre della medicina) inizia a parlare di allenamento funzionale. Ovviamente all’epoca non si sapeva nemmeno cosa fosse l’allenamento, ma questo rampante scienziato sosteneva che il movimento avesse un effetto terapeutico sul corpo e sulla sua funzionalità.
Facciamo un salto in avanti di quasi venti secoli, e arriviamo al 1500, quando inizia a circolare la consapevolezza degli effetti benefici del movimento sulla circolazione e addirittura sul mal di schiena, oltre che essere un ottimo metodo di prevenzione delle malattie. Inoltre si iniziava già a capire la necessità di creare un lavoro personalizzato in base alle specifiche esigenze del soggetto.
Facciamo un altro salto, si arriva al 1820 quando vedono la luce le prime pubblicazioni di settore. Nello specifico, viene pubblicato il “Manly Exercise” in Inghilterra, che ha lo scopo di trasmettere lo stato dell’arte di queste conoscenze alla borghesia inglese.
Nel 1836 il lavoro viene esteso anche alle donne, quando si inizia a parlare di allenamento specifico per questa categoria. Altro importantissimo passo avanti è il capire che questa forma motoria avesse un transfer sulle attività quotidiane, chiaramente se studiata ad hoc.
Nonostante tutto ciò fosse ancora agli albori, si parlava di esercizi preventivi, e venivano fatti svolgere movimenti che oggi vediamo come obsoleti, ma che in realtà avevano un effetto benefico molto potente.
Il problema è proprio questo, che oggi si va molto in base alle mode e all’euforia, e molte pratiche veramente funzionali, che hanno veramente effetti benefici, vengono considerate obsolete.
E tutto questo contribuisce a creare confusione. Il tutto si complica però quando viene introdotto il concetto di CORE.
Sicuramente sai benissimo di cosa si tratti, non c’è bisogno che ti spieghi cosa sia, e di per sé è anche un concetto di importanza enorme.
Il problema è che purtroppo, tuttora l’allenamento funzionale venga ricondotto all’allenamento del core, tanto da diventare ormai sinonimi. Fare funzionale significa allenare il core, questo mistico centro del corpo che collega arti superiori e arti inferiori, trasmette forza e potenza e permette la coordinazione di movimenti complessi
Che ripeto, tutto vero… non fraintendermi. Ma il problema è che il funzionale non è solo questo.
Non basta allenare il core per dire di aver fatto un allenamento funzionale.
E qui sta il misunderstanding più grosso. Che si parli di core o che non se ne parli, cosa vuol dire fare un “allenamento funzionale”?
Ebbene, non esiste fare un allenamento funzionale, non esiste l’allenamento funzionale come concetto in sé, ma esiste un allenamento che sia funzionale a quello che poi il soggetto svolgerà nella sua vita quotidiana. E fin qui ci siamo, la lezioncina a memoria la conosciamo tutti.
Il problema sta nella sua applicazione. Come fai a dirmi che è funzionale per un gruppo eterogeneo di persone, che va dal ragazzino di vent’anni.
Alla signora di sessanta, fare un circuito con squat sotto al parallelo e pull up?
Bisogna andare all’origine di questa pratica per comprendere. Non dobbiamo fermarci a quello che ci viene insegnato, ma lo dobbiamo affrontare con spirito critico. Il problema è che anche le definizioni non aiutano.
C’è chi lo definisce come un allenamento che è volto a migliorare la postura, la forza e la coordinazione. Tutto vero, ma sicuramente una definizione molto limitata. Google definisce l’allenamento funzionale come un allenamento a 360 gradi in cui viene ricercata la completezza del gesto senza settorializzazioni. Già più vicina al vero, ma ancora una volta limitante.
È questo che crea confusione!! Ognuno mostra un punto di vista limitato sulla questione. Per esempio, stando alla definizione di Google, squat sotto al parallelo e pull up sicuramente è funzionale, rientra nei canoni. Ma lo è davvero se guardiamo dal punto di vista di chi lo esegue? Sicuramente no.
Anche perché, altro motivo di confusione, oltre al core oggi un altro sinonimo di funzionale è l’allenamento a circuito.
Vedremo tra poco che è una sua declinazione abbastanza comune, e ti spiegherò il perché, ma non è l’unica!!
In ogni caso, tutte queste domande e tutti questi motivi di incomprensione si risolvono con un’unica soluzione: rispettare l’individualità di chi si allena, rimanendo nell’ambito delle esigenze che questa persona ha nella sua vita di tutti i giorni.
Tornando all’esempio, i pull up saranno sicuramente funzionali per uno che fa arrampicata, ma a una signora di mezza età con problemi alla cuffia dei rotatori sicuramente non fanno bene.
Questo significa rispettare l’individualità e le esigenze della persona che si ha davanti!
E finché si parla di 1-1, viene anche relativamente facile. O per lo meno, mi auguro che sia così .
Ma quando si parla di classe?
Ecco, in questo caso le cose si complicano, perché dobbiamo rispettare l’individualità di un gruppo tendenzialmente eterogeneo di persone. Come fare quindi?
Andando ad agire su quella che io chiamo (ma non solo io) condizionamento fisico generale, ovvero allenare la funzionalità del corpo prima che dell’individuo
Vedi, una persona prima di essere un atleta o una signora anziana o chiunque sia, è appunto una persona. Un corpo, che si muove nello spazio, e che per svolgere qualsiasi attività al meglio deve funzionare al massimo delle sue capacità.
Facciamo un attimo un paragone con una macchina, per semplificare la comprensione di questo concetto.
Una macchina, prima di essere un’auto da formula uno oppure un’utilitaria o una macchina utensile, è un insieme di parti meccaniche che devono funzionare al meglio per poter svolgere la funzione per cui il macchinario è stato progettato.
Quindi, puoi avere delle gomme da gara nel caso di una formula uno, o una aerodinamica pazzesca, ma se l’auto non funziona perché ci sono dei problemi meccanici, resti nei box.
E così vale per un essere umano: un atleta malato non è un atleta che può competere.
E ora dimmi, qual è l’organo più importante in una macchina? Esatto, il suo motore. E qual è il motore di un essere umano? Esatto, il suo cuore.
Il cuore batte per portare sangue ricco di ossigeno ai tessuti che si devono mettere in funzione, siano essi i muscoli, gli organi interni per la digestione o il cervello per un compito intellettuale importante. Senza il cuore la macchina non funziona.
Vuoi fare un allenamento davvero funzionale??
ALLENA IL CUORE!!
Non il core, il cuore. Una U che fa la differenza.
Ecco, con Cross Cardio ho voluto tornare proprio al concetto originale e autentico di allenamento funzionale, e ho basato tutto il mio metodo sull’allenamento e sul potenziamento del cuore e del sistema cardiovascolare.
Lo faccio attraverso l’hiit funzionale, perché il circuito è una metodologia che si presta molto a questo tipo di allenamento, non perché l’hiit sia il funzionale. Per questo infatti parliamo di hiit funzionale, non come una ridondanza ma come due termini diversi con significati ben diversi.
Con Cross Cardio ho voluto fare un po’ di ordine nel mondo dell’allenamento funzionale e portare un’ondata di culturalizzazione in questo settore. È la mia mission, e la porto avanti ogni giorno a suon di burpees e di misurazioni delle pulsazioni.
La porto avanti con i miei allievi ma soprattutto con gli oltre 1300 istruttori che ho formato finora, il top a livello di allenamento funzionale quanto meno in Italia.
Perché un istruttore formato è un istruttore che sa trasmettere la sua conoscenza, che spiega ai suoi allievi concetti che quindi possono capire, e un allievo che comprende è un allievo fidelizzato.
Ma come dicevo qualche riga sopra, per poterlo fare devi sempre analizzare quello che impari con spirito critico, senza accettarlo in modo passivo.
Dipende da te, che tipo di trainer vuoi essere. Io la mia scelta l’ho fatta, e come me altri 1300 istruttori in tutta Italia.
Ora tocca a te.


