La scienza è ancora dalla nostra parte

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Seconda puntata della mini rubrica “i benefici scientifici dietro Cross Cardio”

Ebbene, vista la complessità dell’argomento, dovuta al numero elevato di benefici scientifici, ho deciso di costruirci una mini rubrica. Mini perché non so ancora quante puntate ci saranno, man mano che mi accorgo che i miei trainer non capiscono questo importante punto, aggiungo una puntata 

Oggi voglio parlarti di un altro segreto di Pulcinella, qualcosa che sicuramente sai che è importante fare, ma forse non hai mai approfondito a dovere

Parliamo di RISCALDAMENTO

In Cross Cardio la chiamiamo fase 1, ma il senso è lo stesso 

Come ti accennavo, è da quando andavamo alle elementari che la maestra (o il maestro) ci martella con l’importanza della fase di riscaldamento prima di un allenamento. Quindi siamo letteralmente cresciuti nella convinzione che sia sicuramente fondamentale 

Tuttavia, ti ricordi come funzionava? Qualche giro di corsa intorno alla palestra, e questa fase era smarcata. 

Per contro a volte trovi istruttori fissati, il cui obiettivo è allenarti come se fossi un militare dei corpi speciali, e ti massacrano facendoti fare mezz’ora di piegamenti sulle braccia, squat, scatti, salti..e chi più ne ha più ne metta

Risultato? Al momento in cui dovresti essere pronto/a per la fase allenante vera e propria, sei già alla frutta (termine tecnico)

Più che un riscaldamento, diventa esso stesso un allenamento vero e proprio, ma oltre a non colpire il suo scopo, diventa un circolo vizioso.  Non è più un riscaldamento ma diventa un allenamento, ma prima dell’allenamento serve un riscaldamento, e quindi dovremmo fare un riscaldamento per il riscaldamento, in un loop senza senso che ci dà come unico risultato, il fatto che forse quell’istruttore non ha compreso appieno il senso della cosa 

Ebbene, velocissimo ripasso di quello che un riscaldamento DOVREBBE essere.

Viene anche detto fase di attivazione, proprio perché lo scopo è quello di attivare il corpo, di prepararlo al lavoro che dovrà essere svolto successivamente 

Abbiamo già una prima discriminante. Dev’essere in qualche modo collegato, almeno a livello di senso, al corpo centrale del workout che hai deciso di somministrare in quella seduta

So che queste cose le sai molto bene perché le hai studiate, ma un conto è saperle, e un altro è applicarle. Mi rendo conto che sia una parte noiosa, sia da fare che da somministrare che da progettare, ma non può essere saltata

Soprattutto, non può essere presa sottogamba 

Siccome però sei un tecnico come me, vorrei farti notare la differenza tra un riscaldamento fatto con cognizione e uno fatto di “10 giri di campo”

Ci sono numerosissimi studi che sono entrati nello specifico di quale metodica sia migliore e perché. Te ne riporto qualcuno, giusto per farti capire quanto sia importante spendere il giusto tempo e il giusto impegno nel progettarne uno, tanto quanto se ne usa per l’allenamento stesso 

Nel 2009 il “BMC musculoskelet Disord” ha messo a confronto le tipologie di stretching statico e dinamico usate come riscaldamento, e le ha valutate secondo il parametro della prevenzione degli infortuni. Ebbene, il gruppo che ha utilizzato lo stretching dinamico come metodica di riscaldamento ha riscontrato un significativo calo nell’incidenza 

Un altro studio, una meta analisi pubblicata nel 2015 sul Journal of Sports Medicine, ha messo a confronto gli effetti sulle performance di diverse metodiche di riscaldamento, ed ecco cosa ne è emerso: 

  • Chi ha utilizzato un riscaldamento con dei carichi crescenti fino ad arrivare a livelli elevati, ha riscontrato un miglioramento della forza e della potenza rispetto al gruppo di controllo che ha eseguito un riscaldamento generale classico 
  • Chi invece ha usato un attrezzo leggero (una mazza da baseball nello studio) e si è preoccupato di lavorare in modo dinamico, ha incrementato di molto la performance sulla rapidità e sulla velocità (che come sai sono due parametri diversi)
  • Chi ha utilizzato classiche metodiche di stretching passivo, non ha riscontrato nessun beneficio sulla performance. Stesso risultato per chi ha riscaldato la zona con metodi che usano il calore esogeno

Insomma, da questi e numerosi altri studi, validati da prestigiose riviste scientifiche, si evince che il riscaldamento debba essere programmato in maniera sapiente e attenta

Ciò significa che da una parte devi imparare anche questa branca della scienza dell’allenamento, e dall’altra che ogni volta dovrai programmare anche questa parte della tua lezione.. o forse no??

Esatto, o forse no. Non che con questo ti inviti a tralasciare questa fase dell’allenamento, lungi da me. Anche per coerenza, non ci avrei scritto sopra un articolo. No.

La soluzione è molto più semplice, e allo stesso tempo conveniente per tutti: per te che ti risparmi parecchio lavoro, con la certezza che sia fatto comunque in modo estremamente professionale, e per il tuo cliente o la tua cliente, che può contare sul riscaldamento migliore per la seduta che dovrà affrontare

Vuoi sapere questa soluzione? Beh è semplice: ci ho già pensato io a scrivere per te numerosissimi protocolli di riscaldamento, ognuno categorizzato in base alla parte centrale dell’allenamento da cui devono essere seguiti 

Io e il mio team, ovviamente. Un gruppo di teste è sempre meglio di una sola

Insomma, ti sto dando la possibilità di avere tutti i protocolli di riscaldamento che ti servono a portata di click.

E non solo questi..

Come? 

Beh, lo scopri cliccando qui

Jairo

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