I 5 errori del Personal Trainer Medio: Parte 1

I 5 errori del Personal Trainer Medio: Parte 1

I 5 errori del Personal Trainer Medio: Parte 1

Sei un personal trainer? 

O un professionista del mondo dell’allenamento?

Benissimo, allora è molto probabile che questo articolo ti interessi particolarmente.

Prima di iniziare, ti chiedo di fare un rapido check della tua situazione lavorativa. 

Dimmi ora, da 1 a 10 quanto ti soddisfa? 

Rispondi sinceramente, tanto rimane nell’intimità del tuo ragionamento. 

Non ti chiederò di condividerlo nei commenti, non mi permetterei mai di mancare così di sensibilità.

Ora, se la risposta che mi hai dato è al di sotto dell’8, allora permettimi di dirti che hai un problema.

“Eh ma a scuola bastava il 6 per la sufficienza…”

Certo, e sono perfettamente d’accordo con te. 

Ma qui non si tratta di portare a casa il compito di storia o finire l’anno senza il debito di matematica. 

Qui si tratta della tua vita. 

Pensi di valere un 6? 

Come pensavo. 

E allora seguimi bene, perché oggi e la prossima volta ti voglio raccontare quali sono gli errori che stai facendo, che ti impediscono di arrivare al voto di 8 o addirittura 10, e come andare finalmente a risolverli una volta per tutte.

Oggi non parleremo di argomenti tecnici: credo che quello che tratteremo purtroppo sia un po’ più urgente.

A cosa è dovuto il voto basso che ti sei dato alla domanda che ti ho fatto prima?

Lasciami indovinare. 

Non c’entrano niente i colleghi o i responsabili della palestra per cui lavori. 

E non è nemmeno questione di orari di lavoro. 

O perlomeno, non direttamente.

Fammi riprovare. 

Ha a che fare con le cifre che chiedi come compenso… vedo dell’insoddisfazione in te per queste cifre… corretto? 

Come immaginavo! 

No, non sono un indovino e nemmeno leggo le carte.

Il fatto è che purtroppo la maggior parte dei personal trainer italiani (e non solo), si trova nella tua stessa situazione.

Voglio darti un po’ di dati, tratti da un’indagine della ISSA (che immagino tu sappia bene cosa sia). 

Secondo questa ricerca, il 50,2% dei professionisti italiani ed europei guadagna meno di 4mila euro l’anno. 

MENO DI QUATTROMILA EURO L’ANNO! 

Un dato agghiacciante. 

Significa che non arrivano nemmeno a 400€ al mese.

E i restanti dati non sono molto incoraggianti. 

Prima di arrivare a quella che potrebbe essere una soglia della dignità di 1000€ al mese, dobbiamo escludere il 74,2% di tutta la popolazione di operatori nel mondo del fitness. 

Significa che su 100 persone, circa 25 guadagnano più di 1000€/mese. 

Significa che 3 su 4 sono sotto questa cifra.

Il dato rassicurante è che sei in buona compagnia. 

Purtroppo.

Quello che traspare è che se sei sotto queste cifre, la colpa non è tua che non sai fare il tuo lavoro, come spesso pensiamo colpevolizzandoci, ma è il sistema che ha evidentemente delle falle.

ANALIZZIAMO GLI ERRORI COMUNI

Per anni ho cercato di capire dove noi trainer sbagliassimo, cosa ci impedisse di raggiungere guadagni che sulla carta erano fortemente alla portata, ma che poi non entravano in tasca. 

Ed ho individuato 5 errori che tutti i trainer commettono per via dell’impostazione sbagliata che purtroppo hanno ricevuto.

Entriamo quindi nel vivo di questo articolo!

IL PRIMO ERRORE: LA PERCEZIONE DEL VALORE

Che significa? 

È molto semplice in realtà, significa che non riesci a trasmettere alle persone la corretta percezione di quello che vali tu e che vale il lavoro che fai con loro. 

Attenzione però: non si tratta di quello che pensi di valere tu, ma di quello che gli altri credono che vale quello che tu credi di valere.

Provo a spiegartelo in questo modo. 

Non importa se sei laureato all’università più prestigiosa del mondo o se ti hanno rifiutato anche all’università della vita, questo ai clienti non importa. 

Non vogliono sentirsi dire quanto sei bravo e quello che hai realizzato finora. 

Vogliono che tu risolva il loro problema!

Ti faccio un esempio di una mia cliente. 

Lei è Concetta, si allena con me da poco. 

È arrivata con un forte mal di schiena e altri problemi fisici invalidanti. 

È arrivata gobba, mi ha presentato decine di carte di altri medici da cui si è fatta visitare. 

L’ha mandata da me un fisiatra che mi conosce, e conosce anche il mio metodo e gliel’ho consigliato caldamente. 

Mi ha chiesto di rimetterla in sesto, io le ho risposto: 

“Proviamo, non so se riusciamo. Diamoci 10 sedute, ed entro la decima te lo dico”.

Primo obiettivo: togliere la Tachipirina. 

E indovina un po’: il quinto giorno l’ha tolta!! 

Ora siamo all’ottava seduta, non abbiamo ancora finito ma le è passato completamente il mal di schiena e cammina dritta, il metodo è stato applicato e ha avuto esito.

Qual è il valore di questa esperienza? 

Aveva speso migliaia di euro prima di me, ed è questa la comparazione giusta che si è generata!

Secondo te è giusto chiedere per una cosa del genere 20-25€ all’ora? 

ASSOLUTAMENTE NO!

IL SECONDO ERRORE: LA MANCANZA DI PROGRAMMAZIONE

Per raggiungere risultati come quelli che ti ho appena descritto, devi essere in grado di fare un’accurata programmazione dell’allenamento. 

Sicuramente starai pensando alla programmazione in senso classico, ed è giusto. 

Ma non è solo quello. 

Questo lo do per scontato. 

Serve tempo, serve un modo di ragionare dietro un programma, sennò dopo 5 giorni non togli la Tachipirina.

Quello di cui sto parlando è una programmazione del lavoro, ovvero sapere dove intervenire, come farlo, quali sono i protocolli esatti per quella specifica soluzione, quando farlo e soprattutto perché. 

Il perché è fondamentale, così come per tutti gli altri punti.

Se inizi a ragionare così inizi a capire i meccanismi che fanno la differenza e allora sarai davvero in grado di trasmettere valore e di farti pagare il giusto compenso per questo.

Ora mi dispiace interrompere la nostra chiacchierata, ma questo articolo si sta dilungando.

E poi ti lascio con un po’ di suspense che fa sempre bene.

VUOI CONOSCERE GLI ALTRI TRE ERRORI?

Bene, stay tuned perché te li racconterò nel prossimo articolo!

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